L’Atlante della Biblioteconomia Moderna

L'Atlante della Biblioteconomia Moderna - Copertina © Editrice Bibliografica
L’Atlante della Biblioteconomia Moderna
Dopo una lunga gestazione, è finalmente pronta l’edizione italiana dell’Atlas of the New Librarianship di David Lankes. Ne parlo perché alla traduzione ho partecipato anch’io insieme agli studenti italiani dei DILL: Federica Marangio, Andrea Zanni, Chiara Consonni, Ewelina Melnarowicz – coordinati da Anna Maria Tammaro e Elena Corradini. Il libro uscirà per l’Editrice Bibliografica il 13 marzo (qui la scheda). Contiamo di fare diverse presentazioni in giro per l’Italia, quindi restate in attesa di aggiornamenti.

Sono contento della cosa perché, sebbene il libro arrivi con un po’ di ritardo rispetto alla sua uscita originale, è importante che i concetti alla base del pensiero di Lankes siano di pubblico dominio nella nostra comunità. Ne ho parlato mille volte: non perché siano così innovativi, dirompenti, o profondi, ma perché li sento un po’ mancare nei discorsi professionali che mi circondano. Inoltre come ho già detto parlando del master, lavorare dispondendo di una base comune – teorica e linguistica – aiuta molto. Scopro anche che i concetti della Biblioteconomia Moderna (New Librarianship) sono molto più comuni e naturali fra i colleghi più giovani. Questo vorrà dire qualcosa. Per chiudere il discorso segnalo una cosa bellissima: se volete avere un’introduzione alla Biblioteconomia Moderna leggete l’altro libro di Lankes più discorsivo: Expect More. Lankes lo ha da poco messo a disposizione gratuitamente (!) ed è scaricabile da qui: http://quartz.syr.edu/blog/?page_id=4598

L’Atlante della Biblioteconomia Moderna

Tesi! – I dati dell’indagine

Finalmente la mia tesi di master è disponibile su ODA, l’archivio istituzionale della HiOA. Questo il link diretto all’item.

Ora che la tesi è ufficialmente online, e mentre preparo un articolo da inviare a qualche giornale open access, spendo almeno due parole, come promesso, per riassumere i risultati dell’indagine.

La ricerca riguardava l’uso dei software di gestione delle citazioni (Reference Management Software, RMS) presso i dipartimenti scientifici dell’Università di Torino. Ho somministrato un questionario a ricercatori e docenti, ricevendo 187 risposte, e ho raccolto 13 interviste. Non mi soffermo qui sui dettagli metodologici, sulle cifre, sull’analisi dei dati, ecc.; voglio invece esporre brevemente i risultati principali, conditi da alcune mie riflessioni personali.

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Tesi! – I dati dell’indagine

Cose che ho imparato dal DILL

Segno su un post-it le cose che ho imparato dal DILL. Forse la lista cambierà in futuro, ma mi sento di sottolineare alcuni punti fermi.

1) nessuno sa che cosa sia una Biblioteca Digitale

2) in ogni caso, e contrariamente a quanto credono in molti, una biblioteca digitale non è solo un deposito di materiale

3) le persone e non le risorse sono al centro della biblioteca

4) ogni cosa che fai va decisa sulla base dell’impatto che può avere, non sulla sua importanza di principio

5) non contano le conoscenze tecniche, ma la disposizione mentale

6) l’erba del vicino non è più verde

7) la pratica forse non vale più della teoria, ma è più divertente e più interessante

8) forse in classe non si impara niente, ma si esce avendo almeno in testa tutti le stesse parole, gli stessi principi, uno sguardo puntato verso una direzione comune e condivisa.

Cose che ho imparato dal DILL