Ho recentemente partecipato al seminario sui Linked Data organizzato dall’Università di Firenze. Non scrivo per entrare nel merito degli interventi (alcuni belli, altri tremendi) che in ogni caso sono in parte già disponibili su Jlis.
Vorrei invece cogliere l’occasione per soffermarmi su alcuni aspetti tecnico-pratici sui convegni in generale, che mi sono venuti in mente durante i due giorni di Firenze.
- Il wireless. Non esiste che nel 2012, tanto più se si parla di informazione digitale, la sede di un convegno non abbia disponibile una rete wireless. Non esiste. Il wireless non serve per distrarsi dagli interventi, ma per approfondire quanto ascoltato, magari cercando informazioni sull’oratore, o guardando in diretta sul proprio portatile gli esempi che vengono citati, o per comunicare, condividere all’esterno ed espandere quello che sta avvenendo. Oltretutto all’ingresso veniva detto che l’accesso alla rete veniva dato solo a chi dimostrasse esigenze particolarmente urgenti: qualcuno mi spieghi cosa vuol dire.
- Twitter. Un buon convegno dovrebbe mettere a disposizione, oltre a un sito dedicato, anche un hashtag ufficiale. Solo alla fine del convegno ho scoperto che Karen Coyle aveva proposto di sua iniziativa un suo hashtag. Così eventuali tweet non hanno potuto essere collegati.
- La partecipazione. Incoraggiare gli interventi dal pubblico e la discussione è fondamentale. Questo è stato fatto, anche se un po’ timidamente. La cosa però comporta una risposta adeguata da parte del pubblico: quindi quando si fa una domanda o un intervento dalla sala:
- che lo si faccia al microfono. Una domanda non la si fa per sé, ma per tutti, e tutti devono sentire. Non esiste che ci si imbarazzi (ma stiamo scherzando?). Ci si prenda la responsabilità di farsi sentire, e di permettere ai colleghi di sentire.
- si dica il proprio nome e la propria affiliazione. Serve a contestualizzare il proprio intervento, dando quindi uno strumento per comprenderlo. Inoltre ai convegni si va per conoscere gente, dare un volto ai nomi di cui si è letto, per cui è importante, oltre che buona educazione, introdursi con una presentazione. Anche utilizzare il badge identificativo che viene dato all’ingresso secondo me è una buona pratica.
- La puntualità. Il convegno di Firenze, per quanto fittissimo di interventi, è stato esemplare: si è addirittura concluso in anticipo, e tutti gli oratori hanno rispettato il tempo a loro disposizione. Questo è un buon segno, e dovrebbe essere la norma.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, o se avete in mente altri elementi fondamentali che io non ho citato.