Tesi! – I dati dell’indagine

Finalmente la mia tesi di master è disponibile su ODA, l’archivio istituzionale della HiOA. Questo il link diretto all’item.

Ora che la tesi è ufficialmente online, e mentre preparo un articolo da inviare a qualche giornale open access, spendo almeno due parole, come promesso, per riassumere i risultati dell’indagine.

La ricerca riguardava l’uso dei software di gestione delle citazioni (Reference Management Software, RMS) presso i dipartimenti scientifici dell’Università di Torino. Ho somministrato un questionario a ricercatori e docenti, ricevendo 187 risposte, e ho raccolto 13 interviste. Non mi soffermo qui sui dettagli metodologici, sulle cifre, sull’analisi dei dati, ecc.; voglio invece esporre brevemente i risultati principali, conditi da alcune mie riflessioni personali.

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Tesi! – I dati dell’indagine

Due riflessioni su Mendeley Institutional

EDIT 07/03: articolo aggiornato dopo la prima pubblicazione

Da circa un mese Mendeley ha lanciato la Mendeley Institutional Edition: in sostanza offre alle istituzioni accademiche un pacchetto a pagamento che comprende alcune funzionalità aggiuntive per valorizzare le attività di ricerca dei membri dell’ateneo e consentire un controllo esteso sulle statistiche e trend d’uso.

Una prima analisi delle funzionalità offerte, peraltro molto interessanti, mi ha lasciato un po’ perplesso, pertanto vorrei condividere le mie riflessioni e sperare nelle vostre (vostre: amiche e amici lettori troppo timidi nel commentare, fatevi avanti! Siete i benvenuti! Ci sono i muffin appena sfornati!). Sono sicuro che altri possono avere un’opinione diversa, e non ho intenzione di fermarmi alla mia prima impressione.

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Due riflessioni su Mendeley Institutional

Zotero esce di casa, e Mendeley lo aspetta al fondo della strada

Avevano detto che non l’avrebbero mai fatto, ma fra le ultime novità in casa Zotero c’è proprio la beta di una versione stand-alone! Finalmente Zotero potrà liberarsi dalla palla al piede che lo ha limitato dalle origini – quello di essere un semplice plugin di un altro software – e diventare un prodotto unico e competitivo. Parallelamente a questo c’è anche la possibilità di salvare le citazioni da browser diversi da Firefox, che secondo me resta una semplice tappa intermedia verso quello che è il vero grande punto di arrivo a cui mirare.

Personalmente aspettavo questa novità da tanti anni, ma i commenti che leggevo sui forum di Zotero non mi scaldavano troppo. Ora invece vedremo come si concretizzerà la competizione con Mendeley, che da parte sua sta tentando di assumere sempre di più il ruolo di database bibliografico online: celebrando la tanto attesa versione 1.0 (Mendeley è uscito dalla beta, qualcosa di incredibile!) non mancano di sottolineare l’estensione del loro catalogo online (100.000.000 di documenti!). Sinceramente questo ruolo di Mendeley come sfidante di Google Scholar o Scopus non mi ha mai convinto del tutto; il controllo bibliografico non è mai stato impeccabile, e personalmente non ho mai trovato molto chiare le politiche e gli obiettivi di Mendeley a riguardo. A tutto questo aggiungo un bell’articolo passatomi da Andrea Zanni, “Google Scholar citations, Researcher Profiles, and why we need an Open Bibliography” di Martin Fenner, che parla proprio dello scavalcarsi in modo non limpidissimo dei ruoli scientifici di questi ed altri strumenti.

A proposito, avete visto il nuovo servizio Citations di Google Scholar? Carino vero? Ne parla anche Marchitelli sul suo blog. Dateci un’occhiata, ma tenete a mente quanto scrive M. Fenner.

Zotero esce di casa, e Mendeley lo aspetta al fondo della strada

Pubblicazioni: Mendeley su “Biblioteche Oggi”

Il mio ego è lieto di annunciarvi che sul numero di Biblioteche Oggi di marzo è pubblicato un articolo del vostro affezionatissimo, dal titolo “Mendeley, dal social bookmarking al reference management: uno strumento innovativo per la gestione delle citazioni bibliografiche”. Così, il mio interesse per Mendeley si concretizza in un lavoro illustrativo, che spero possa arricchire la panoramica sui Citation Management Systems in Italia. (Su Mendeley tra l’altro ci sono succose novità che spero di potervi raccontare al più presto).

Visto che non c’è molto da aggiungere a questo annuncio, approfitto per condurvi un po’ nel backstage, e raccontare alcuni dettagli sull’iter della pubblicazione, che i meno esperti (com’ero io fino a due mesi fa) possono essere interessati a conoscere.

L’iter è stato piuttosto semplice: ho inviato tramite email il mio articolo alla redazione, seguendo le linee guida indicate sul loro sito, e nel giro di pochi giorni ho ricevuto un riscontro positivo. Ho quindi provveduto a fornire il testo dell’abstract in inglese. Nonostante di norma il giornale non preveda la correzione di bozze da parte degli autori, prima della pubblicazione mi è stata inviata la bozza impaginata, che comunque non ha richiesto interventi di rilievo. L’intero iter è durato circa due mesi e mezzo.

Come è anticipato nelle linee guida per la pubblicazione, i diritti d’autore vengono concessi all’editore. Hic sunt leones. Immagino la domanda di molti: perché hai accettato questa prassi che da tanti anni tentiamo di scoraggiare? Perché hai proposto l’articolo a Biblioteche Oggi e non a qualche altro giornale che garantisse un trattamento diverso, magari un po’ più moderno?

Ci sono molti aspetti a riguardo, molti dei quali troverebbero una risposta più esauriente ed onesta in una conversazione privata; si potrebbero dire molte cose sulla qualità del giornale, sulla sua importanza, su chi ci scrive; si potrebbe parlare a lungo della letteratura specialistica italiana (avevo pronto un post già da tempo, ma ho preferito tenerlo nel cassetto).

Qui posso limitarmi a dire che ho ritenuto che il mio articolo, per via del soggetto e soprattutto del taglio con cui è affrontato, fosse adatto a quel giornale più che ad altri. Quindi posso dire di avere fatto una scelta consapevole, nonostante alcuni aspetti siano opinabili. Il primo dispiacere è quello di non potervi offrire il testo dell’articolo qui sul sito, prima di discuterne con la redazione. Vedremo gli sviluppi.

Intanto mi godo lo stordimento della prima volta.

AGGIORNAMENTO 16/03/2011: Ho il piacere di informarvi che l’articolo è disponibile pubblicamente su E-Lis, a questo url: http://hdl.handle.net/10760/15428.

Pubblicazioni: Mendeley su “Biblioteche Oggi”

Ritorno a Zotero? Forse, o forse no

Come parte integrante dei corsi di “scrittura accademica” per gli studenti, l’Oslo University College offre un corso per l’uso di Zotero come strumento di gestione delle citazioni bibliografiche. Ovviamente la bontà dell’iniziativa si commenta da sola: l’importanza di saper citare – e saper usare gli strumenti per farlo – deve essere nota all’inizio della propria carriera accademica, non a metà (o mai).

Zotero è il software citazionale che l’OUC predilige: pur disponendo di un certo numero di licenze di EndNote, valutazioni tecniche e gestionali (in primis la gratuità e il non essere legato a licenze) incoraggiano l’uso di Zotero.

Zotero, dunque. E così l’ho scritto tre volte. Rispolveriamo questo software, allora. Ne avevo già parlato, preferendo Mendeley per la sua possibilità di sincronizzare la libreria locale con un database online (e quindi allineare diverse installazioni del software) e per il fatto che Zotero, essendo dipendente dal browser (e da un solo browser) si rende colpevole della da me tanto odiata fusione fra contenuto e contenitore.

Il corso mi ha permesso di rinfrescare la mia valutazione originale; è stato inoltre interessante osservare le reazioni dei miei compagni. Mi ha incuriosito ad esempio vedere che pochissimi conoscevano già Zotero (4 o 5 su 20) e solo una persona oltre a me conosceva e aveva usato Mendeley, e non era l’insegnante.

Dalle mie prime impressioni è passato un po’ di tempo, e Zotero 2 è finalmente uscito dalla beta (siamo alla 2.0.8). Vediamo quanti miglioramenti possono farmi cambiare idea e ricominciare ad usarlo.

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Ritorno a Zotero? Forse, o forse no