Ho praticamente finito di leggere The Atlas of New Librarianship di David Lankes – sono ormai alle ultime pagine in cui si parla di formazione dei nuovi bibliotecari per una nuova biblioteconomia. Sarà il potere della retorica di Lankes, o il fatto che sono cose che in questo periodo mi toccano da vicino, ma in un picco di esaltazione mi sono sentito così:
Lankes sarà a Roma il 18 novembre prossimo, al congresso nazionale dell’AIB. Ho avuto la fortuna di leggere il suo intervento in anteprima, e posso confermare che sarà molto interessante sentirlo parlare di cambiamento, di missione, di una nuova visione che richiede responsabilità e innalzamento delle aspettative. Parole che spero aiuteranno a svecchiare un po’ l’atteggiamento statico e rassegnato che spesso abbiamo.
Dicevo che queste pagine mi stanno toccando da vicino. Sono gli ultimi giorni del mio master: il semestre di Parma è quasi finito. Avrò ancora un mese di tirocinio, più cinque mesi per scrivere la tesi, ma il grosso ormai è alle spalle, e agli amici toccherà dire addio. Leggendo ora queste ultime pagine sento che si sta veramente chiudendo il cerchio di un anno e mezzo vissuto a imparare e a riflettere sulla nostra professione, a crescere e confrontarsi; un periodo di addestramento; un tempo, in fin dei conti, speso a lavorare alla formazione di un nuovo bibliotecario.
I have almost finished reading The Atlas of New Librarianship by David Lankes – I am now on the final pages about education and training of the new librarians for the new librarianship. It may be the power of Lankes’ rethorics, or the fact that lately this is a very hot topic to me, but in a rapture of elation I felt just like this:
Lankes will be in Rome next november 18th, speaking at the National AIB Congress. I had the chance to read his talk, and I can confirm it will be very interesting to listen to him talking about change, mission, a new vision requiring responsibility and raising of expectations. I hope his words will help to take some italian librarians out of the quaint and static attitude that we often have.
I said that this is a hot topic for me now. These are the last days of my master: Parma semester is now at its ending. I still have a one-month internship, then 5 months to write my thesis, but the big deal is now behind me, and it’s time to say farewell to friends. Reading now these last pages I really feel like at the end of a cycle, one and a half year spent to think and learn about our profession, working on the training of a new librarian.
Leggo di una curiosa iniziativa legata alla Biblioteca “Arturo Graf” della Facoltà di Lettere dell’Università di Torino. Dico curiosa per usare un eufemismo: si tratta infatti della presentazione di un cortometraggio fatto per promuovere un gioco da tavolo con protagonisti i membri della band metal Therion e ambientato in una Torino steampunk – non so se mi spiego. Peccato non poterci andare (torno da Tallinn troppo tardi!) ma leggo che ci sarà lo streaming dell’evento. In ogni caso, vi consiglio di dare un’occhiata al progetto 011 sul sito dell’associazione Scribabs, organizzatrice dell’iniziativa, per trovare ulteriori informazioni.
La cosa che mi ha colpito maggiormente è la presenza dei Therion. Non sono mai stato un fan sfegatato della band di Christofer Johnsson, ma al tempo dei miei 17 anni ero stato rapito dal loro capolavoro Theli, che nell’ormai lontano 1996 rappresentava davvero un gioiello mai visto prima di death metal sinfonico e orchestrale. Come molti sanno, o possono intuire dal nome stesso della band e dei loro dischi, gli svedesi scrivono testi legati profondamente ai temi dell’esoterismo, dell’occultismo e della magia.
Per questo mi ha colpito leggere il loro nome accanto a quello della biblioteca di Lettere.
Quando facevo il mio tirocinio presso il fondo Graf ricordo con grande interesse i vari titoli di occultismo e demonologia che figuravano nella collezione dell’illustre letterato. Ne ritrovo alcuni grazie a una veloce ricerca nel Catalogo: Curiosités des sciences occultes di P. Lacroix (Parigi 1885), Des Sciences occultes, ou Essai sur la magie, les prodiges et les miracles di Eusèbe Salverte (Parigi 1856), Histoire de Satan, sa chute, son culte, ses manifestations, ses oeuvres dell’abate Lecanu (Parigi 1882), La démonologie ou histoire des démons et des sorciers di Sir Walter Scott (Parigi 1832), la Storia della magia di Joseph Ennemoser (Leipzig 1844) .
Curiosando in giro per internet, mi è capitato di fare un salto sull’Internet Archive, il sito che conserva collezioni digitali – immagini, testi, video – per la futura memoria. La sua funzione più eclatante è forse l’archiviazione del Web: oltre 150 miliardi di pagine sono state raccolte e salvate a partire dal 1996, e grazie alla Wayback Machine sono raggiungibili e consultabili i contenuti di migliaia di siti internet ormai scomparsi, abbandonati, cancellati.
Preso da uno di quei momenti di nostalgia che ti fanno salire in soffitta a riaprire gli scatoloni, sono andato a cercare le pagine del mio primo sito web, creato per ospitare poesie e dibattiti letterari ai tempi dell’università. Con un po’ di emozione, ho recuperato un testo che pensavo non esistesse più.
Al festival del libro di Oslo, capita che tutta la città scenda per strada fra bancarelle di libri ed eventi collegati; capita che il Teatro dell’Opera ospiti diversi di questi eventi, fra cui conferenze e incontri con autori. Capita che ad uno di questi incontri uno scrittore presenti un libro sulla storia della scena Black Metal norvegese, e capita che uno dei musicisiti più rappresentativi (e anticonvenzionali) della suddetta scena salga sul palco insieme a una band di giovanissimi per suonare 15 minuti di metal secco, epico, compatto e trascinante. Capita che il suddetto musicista si riveli un tipo gioviale e tranquillo, e capita che il vostro Affezionatissimo Nerd Oscuro si emozioni come un quattordicenne.
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