Tesi!

E così, l’altro ieri ho consegnato la mia tesi di master. Ragazzi. È fatta, finita, il grande viaggio è compiuto. Il titolo finale, come si conviene, è altisonante: “Reference Management Software as Digital Libraries: a survey at the University of Torino“. L’idea mi è venuta da un post di Lorcan Dempsey, e ho pensato che si sposasse bene con il master.

La tesi si potrà scaricare dai depositi istituzionali di Oslo e Parma: pubblicherò i link appena disponibili. Ovviamente spero di riuscire a ricavarne un articolo, magari per Jlis, o sicuramente per una rivista open access.

Che io sappia si tratta dei primi studi di questo genere fatti su questo argomento e la cosa mi rende fiero. Nel prossimo post anticiperò i risultati. L’oggetto della ricerca è analogo al mio studio fatto a Tallinn, ma molto più curato e approfondito: un questionario generico simile a quello di Tallinn è stato arricchito e interpretato grazie a 13 interviste.

Le interviste sono state la parte più interessante, divertente, eccitante dell’intera ricerca. Andare su e giù per Torino (grazie ToBike!) a incontrare i ricercatori, entrare nei loro studi, e parlare faccia a faccia del loro lavoro, delle loro difficoltà, delle loro esigenze è stato bellissimo. Una cosa che andrebbe fatta più spesso, e che è imprescindibile dal nostro lavoro. Voglio dire: noi lavoriamo per queste persone, non possiamo ignorare quello che fanno, come lo vivono, quello che si aspettano. Mi sono trovato di fronte 13 persone molto disponibili, ma molto diverse come approccio e visione. Da alcune mi sono venute banalità agghiaccianti (totale ignoranza dei servizi a disposizione, delle possibilità tecniche, degli sforzi fatti dall’ateneo). Da altri invece mi sono arrivate parole meravigliose. Ne cito alcune, per dare aria fresca alle nostre giornate: Continue reading “Tesi!”

Tesi!

Ritorno a Zotero? Forse, o forse no

Come parte integrante dei corsi di “scrittura accademica” per gli studenti, l’Oslo University College offre un corso per l’uso di Zotero come strumento di gestione delle citazioni bibliografiche. Ovviamente la bontà dell’iniziativa si commenta da sola: l’importanza di saper citare – e saper usare gli strumenti per farlo – deve essere nota all’inizio della propria carriera accademica, non a metà (o mai).

Zotero è il software citazionale che l’OUC predilige: pur disponendo di un certo numero di licenze di EndNote, valutazioni tecniche e gestionali (in primis la gratuità e il non essere legato a licenze) incoraggiano l’uso di Zotero.

Zotero, dunque. E così l’ho scritto tre volte. Rispolveriamo questo software, allora. Ne avevo già parlato, preferendo Mendeley per la sua possibilità di sincronizzare la libreria locale con un database online (e quindi allineare diverse installazioni del software) e per il fatto che Zotero, essendo dipendente dal browser (e da un solo browser) si rende colpevole della da me tanto odiata fusione fra contenuto e contenitore.

Il corso mi ha permesso di rinfrescare la mia valutazione originale; è stato inoltre interessante osservare le reazioni dei miei compagni. Mi ha incuriosito ad esempio vedere che pochissimi conoscevano già Zotero (4 o 5 su 20) e solo una persona oltre a me conosceva e aveva usato Mendeley, e non era l’insegnante.

Dalle mie prime impressioni è passato un po’ di tempo, e Zotero 2 è finalmente uscito dalla beta (siamo alla 2.0.8). Vediamo quanti miglioramenti possono farmi cambiare idea e ricominciare ad usarlo.

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Ritorno a Zotero? Forse, o forse no

Mendeley – software di gestione delle citazioni

Ho giocato un po’ con Mendeley per scendere alla scoperta di questo interessantissimo programma di Gestione delle Citazioni Bibliografiche. Il software, signore e signori, è gratuito, disponibile in versione beta per diverse piattaforme (Linux, Windows e Mac). Prima di buttarmi in un’analisi più approfondita (dal punto di vista tecnico e delle prestazioni), mi lascio andare a qualche osservazione a caldo.

Mendeley esiste nella doppia dimensione web e client. Disponibile come applicazione desktop, è collegabile a un proprio account sul sito www.mendeley.com che consente di creare una libreria di citazioni online e sincronizzarla con quella in locale. Questo comportamento è analogo a quanto intende proporre Zotero nella versione 2.0 (attualmente ancora in beta).

Uno script consente di creare un preferito nel proprio browser per catturare automaticamente le citazioni da diverse piattaforme web e importarle nella libreria online, analogamente a quanto fa, ad es., Connotea.

Finora Mendeley mi sembra un software eccellente. Grafica elegante e funzionale, interfaccia semplice e amichevole, funzionalità ottime. Quello che apprezzo maggiormente è la possibilità di allineare con facilità la libreria locale con quella on-line, e al tempo stesso condividere alcune collezioni con altri utenti, creando così delle bibliografie condivise on-line.

Mendeley è in giro dal 2008. Al momento mi sembra perfettamente in grado di sostenere il confronto con i più “famosi” EndNote o Zotero stesso. Di quest’ultimo non mi piace l’integrazione direttamente nel browser (anzi in un browser particolare), di EndNote non mi piace pressoché nulla, a cominciare dal fatto che non è libero, è costoso, non è multipiattaforma, la versione web è schifosamente lenta, insomma tutte quelle cose che non piacciono a noi che scriviamo su questo blog.

Restano da vedere una serie di punti che lascio a un’analisi più approfondita:

  • stili di formattazione: quanti ne gestisce? dispone di un numero sufficiente?
  • piattaforme riconosciute per la cattura automatica della citazione: le principali piattaforme sono gestite? E’ possibile catturare la citazione dai siti più importanti?
  • formati di import/export: quali gestisce? con quale affidabilità?
  • capacità: quanti record è in grado di gestire una libreria?

Per concludere, segnalo come di Mendeley si parla ancora poco o nulla negli articoli di riferimento (nulla, in Italia, nell’analisi di Dell’Orso). Che venga ignorato Aigaion può essere comprensibile, ma questo mi sembra un sw di un’altra caratura, almeno stando alle diverse (e prestigiose) istituzioni in cui è utilizzato.

Mendeley – software di gestione delle citazioni

Linux in Biblioteca

Apprendo ora dalla lista AIB-CUR che la Biblioteca Mediateca Finalese ha deciso di adottare linux per le proprie postazioni informatiche:

La Biblitoeca Mediateca Finalese, dove lavoro, dal prossimo mese di maggio adotterà una distribuzione linux e solamente programmi opensource su tutti i computer a disposizione del pubblico , nonchè su quelli riservati al personale (questi ultimi in coesistenza con Windows XP).
Sarei curiosa di sapere quali e quante biblioteche in Italia hanno già fatto una scelta simile

Sarebbe interessante capire bene le motivazioni che hanno portato a questa scelta, e condividere le valutazioni economiche che sono state fatte.

Per es., se le postazioni al personale manterranno Windows si suppone che la biblioteca continui a pagare delle licenze. Quindi l’eventuale vantaggio economico verrebbe a concretizzarsi solo in parte. Inoltre come sempre il beneficio economico dell’OS è più un pregiudizio che non una reale constatazione:  “il sw è gratuito, quindi spendo meno”: be’, non sempre. Inoltre: quanto effettivamente le licenze windows vanno a incidere sul bilancio? Quanto costerebbe un’assistenza e manutenzione su linux? E soprattutto: che servizi mette a disposizione la biblioteca?

Questa è la domanda principale. Per la semplice consultazione degli opac, un vecchio pc con 256M di RAM, una scheda grafica primitiva e un desktop linux minimale può bastare. Ma una postazione office per il pubblico (su cui l’utente possa creare file, gestirli, utilizzare servizi web e locali, ecc.) richiederebbe strumenti diversi.

Inoltre: stiamo andando sempre più verso il wi-fi. Presto gli utenti saranno tutti forniti del “loro” strumento. Il fuoco del problema si sposterà non sugli strumenti, ma sulle risorse: ottenere risolutamente che i fornitori di servizi (i cataloghi, le banche dati, i gestori di citazioni, ecc.) seguano gli standard e consentano la fruizione indipendentemente dagli strumenti usati dall’utente.
Inoltre, trattandosi di una Mediateca sarebbe interessante vedere come i software OS disponibili su linux riescono a venire incontro alle esigenze del pubblico. Sappiamo dei problemi che ha flash su linux, per non parlare di servizi (anche pubblici, vedi la rai!!!) che utilizzando formati non standard (a partire dall’ancora troppo diffuso Real Media) creano difficoltà di fruizione.

In generale la curiosità è un’altra: l’OS mette a disposizione decine di software equivalenti ma diversi là dove con Windows viene diffuso un unico software che diventa il più conosciuto dall’utenza. Penso banalmente a Windows Media Player. Come reagisce a diverse interfacce un’utenza che spesso è molto poco elastica nei confronti degli strumenti software?

Quindi assistiamo curiosi agli sviluppi! Facciamo il tifo per la biblioteca! 🙂

Linux in Biblioteca