Biscotti, literacy e biblioteche

I cookie, il web

Una legge europea, interpretata dal garante italiano con zelo bizantino, vuole che i siti internet informino esplicitamente gli utenti della presenza dei cookie. Vogliono, in parole povere, che dichiarino l’ovvio.

Questa legge, lo hanno detto in molti, è sciocca. E’ beyond common sense. Non mi interessa commentarla, ma voglio usarla come spunto per un discorso particolare.

Una simile legge è la conferma che la maggior parte delle persone (ahimè, politici in primis) continua a vedere il mondo del web come il vecchio mondo della comunicazione e della pubblicazione: un noi contro loro – da una parte i produttori di conoscenza e informazione, gli editori, gli autori, i giornali, dall’altra i cittadini “normali”, i lettori, i consumatori.

Il web questa cosa l’ha distrutta. Lo ha fatto 25 anni fa e lo ha fatto per design: il web è stato creato per connettere nodi diversi che possono avere tutti la stessa autorità, per comunicare agilmente in maniera *anche* orizzontale.

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Biscotti, literacy e biblioteche

Le Nuove Tesi: conversazioni sull’Internet

title_cover_newcluesSabato scorso ero a Modena insieme al mio amico Pandini, e mentre lui era alla guida, disperatamente alla ricerca della strada giusta fra le varie rotonde della periferia, io al suo fianco declamavo, punto per punto, le Nuove Tesi del Cluetrain Manifesto.

Si tratta di un elenco di Tesi (clues) che fanno seguito a quelle del mitico Cluetrain Manifesto che Weinberger e Searls avevano proposto nel 1999 (vi ricordate? iniziava con l’assioma “I mercati sono conversazioni”).

Andrea Zanni, Marco Goldin e io ne abbiamo fatto una versione in italiano, che potete trovare sul web (su medium) e in ebook (e adesso anche in un bel listicle creato da Marco). [1]

Lo abbiamo tradotto perché, semplicemente, è bellissimo. [2] Ognuna delle 121 Tesi che vengono proposte è da sottoscrivere pienamente. Descrivono Internet come è nella sua natura, come può essere nelle sue intenzioni e in virtù del suo potenziale. Ci mette in guardia dal modo in cui le grandi aziende della Rete e i governi vogliono ridurla. Sono un manifesto. Leggetelo, fatelo vostro. Declamatelo ai vostri amici che vi siedono accanto, anche al rischio di perdersi nella nebbia emiliana.

Aggiungo una piccola postilla. Forse non tutti sanno che il Cluetrain Manifesto originale aveva dato spunto al gruppo Biblioteche Digitali dell’AIB per un Manifesto per le Biblioteche Digitali. Parafrasando la tesi iniziale (“Le biblioteche digitali sono conversazioni“) descrivevano punto per punto un’immagine di quello che avrebbero potuto e dovuto essere le biblioteche digitali.

Sarebbe interessante ripetere questo esercizio 16 anni dopo. Vedere come queste nuove tesi possono suggerire altrettanto nuove visioni per le biblioteche. Valutare se l’operazione è sensata, oppure se quelle che noi chiamiamo biblioteche digitali altro non sono che un sottoinsieme di tutta l’Internet, e che ognuna delle 121 Nuove Tesi in realtà è una definizione anche della biblioteca. Oppure usarle come spunto per rinnovare certe posizioni, rinfrescare certe visioni, rinunciare a certi presupposti, alleggerirsi. Ricordare come, forse, più che i suoi contenuti contano le interazioni che spontaneamente vi nascono.

Non lo so. Forse le due cose non c’entrano niente. Ma passeggiare col pensiero in questo mare di possibilità è bellissimo, e sono grato a David Weinberger e Doc Searls per avercelo ricordato.

[1] EDIT importantissimo: se l’abbiamo fatto, è perché il manifesto originale è rilasciato in Open Source, con il codice disponibile su Github, apposta perché venisse preso, manipolato, riconfezionato, ecc. Noi lo abbiamo pubblicato su Medium, con licenza CC-BY-SA, perché Medium permette di commentare punto per punto, cosa che ci sembrava appropriata al testo.

[2] Tanto che non siamo neanche stati gli unici: vedi qui e qui.

Le Nuove Tesi: conversazioni sull’Internet

E-stonia

L’Estonia è un paese molto avanzato dal punto di vista dei servizi informatici. Le reti wireless sono dovunque, tantissime (c’è davvero da sperare che non siano dannose alla salute!). Ogni pub o caffè ne offre una, quasi sempre aperta. I servizi bancari online sono diffusissimi. Gli Estoni possono votare online. Addirittura leggo che l’Estonia dispone di un esercito cibernetico per difendere il paese dagli attacchi informatici!

Però, però.

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E-stonia

Wayback, and fly high

Momento di intimità.

Curiosando in giro per internet, mi è capitato di fare un salto sull’Internet Archive, il sito che conserva collezioni digitali – immagini, testi, video – per la futura memoria. La sua funzione più eclatante è forse l’archiviazione del Web: oltre 150 miliardi di pagine sono state raccolte e salvate a partire dal 1996, e grazie alla Wayback Machine sono raggiungibili e consultabili i contenuti di migliaia di siti internet ormai scomparsi, abbandonati, cancellati.

Preso da uno di quei momenti di nostalgia che ti fanno salire in soffitta a riaprire gli scatoloni, sono andato a cercare le pagine del mio primo sito web, creato per ospitare poesie e dibattiti letterari ai tempi dell’università. Con un po’ di emozione, ho recuperato un testo che pensavo non esistesse più.

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Wayback, and fly high