Oggi ho pranzato con Getaneh Agegn, un collega del DILL1, che ora sta facendo il dottorato a Portsmouth; è impegnato in una ricerca che lo porta a intervistare studenti e professionisti del settore. Abbiamo quindi avuto modo di fare una lunga intervista-chiacchierata in un bel caffè del centro storico, e come capita sempre in queste occasioni, ci si sorprende sempre delle proprie stesse parole, perché parlando si imparano tante cose quanto ascoltando. Sarebbe bello poter trascrivere tutta la chiacchierata (nella quale io ero more the chatter than the chattee, quindi diventerebbe una roba un po’ egotica e psicanalitica) ma non posso che limitarmi a brevi appunti.
information literacy
Abdicare alla formazione
Negli ultimi anni, da quando è stato fatto notare che “gli opac fanno schifo“, alcuni concetti si sono posti come cardine del rinnovamento necessario: gli opac devono essere meglio integrati con il web, destinati a un’utenza non specialista, modellati sulla semplicità dei motori di ricerca (cioè di Google, non prendiamoci in giro: la metonomia si è affermata, come per l’aspirina).
Tuttavia il dibattito, specie quando è condotto su un piano astratto e generico, di “principi” o di “paradigmi“, finisce sempre con l’essere sterilmente fumoso, e si arena sulle solite amare conclusioni: stiamo perdendo gli utenti perché non parliamo più la loro lingua, e i nostri servizi vengono soppiantati dagli strumenti generici del web; il mondo del web apre a un’utenza completamente nuova (“non sappiamo più chi sono i nostri utenti“, ho sentito dire); le biblioteche soffrono di una crisi di identità. E per concludere con il peggio, ci si aggrappa alla domanda fatale: quali strumenti possono risolvere il nostro problema?
E’ evidente l’equivoco di fondo; e mi sorge una perplessità.
La valorizzazione delle collezioni delle biblioteche nell’era digitale: seminario Cenfor alle Stelline
L’11 marzo 2010 al convegno delle Stelline si è tenuto il seminario Cenfor sui Next-Generation Opac. Sul sito, oltre al programma, dovrebbero presto comparire le presentazioni della giornata.
Si è parlato di rinnovamento degli Opac, dell’integrazione con il web, e del nuovo hype dell'”arricchimento degli Opac” e dei discovery tool. Condivido qui gli appunti della giornata.
M.J. Crowley (Università di Roma Sapienza), coordinatrice della giornata, apre con una breve panoramica introduttiva sull’evoluzione degli opac fino alle nuove sfide di oggi. Affronta il discorso nell’ottica della cultura di mercato: occorre andare verso gli utenti, in un momento in cui i cataloghi stanno perdendo terreno nei confronti di altri strumenti web (da Amazon a Google).