Tesi! – I dati dell’indagine

Finalmente la mia tesi di master è disponibile su ODA, l’archivio istituzionale della HiOA. Questo il link diretto all’item.

Ora che la tesi è ufficialmente online, e mentre preparo un articolo da inviare a qualche giornale open access, spendo almeno due parole, come promesso, per riassumere i risultati dell’indagine.

La ricerca riguardava l’uso dei software di gestione delle citazioni (Reference Management Software, RMS) presso i dipartimenti scientifici dell’Università di Torino. Ho somministrato un questionario a ricercatori e docenti, ricevendo 187 risposte, e ho raccolto 13 interviste. Non mi soffermo qui sui dettagli metodologici, sulle cifre, sull’analisi dei dati, ecc.; voglio invece esporre brevemente i risultati principali, conditi da alcune mie riflessioni personali.

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Tesi! – I dati dell’indagine

Pubblicazioni: Mendeley su “Biblioteche Oggi”

Il mio ego è lieto di annunciarvi che sul numero di Biblioteche Oggi di marzo è pubblicato un articolo del vostro affezionatissimo, dal titolo “Mendeley, dal social bookmarking al reference management: uno strumento innovativo per la gestione delle citazioni bibliografiche”. Così, il mio interesse per Mendeley si concretizza in un lavoro illustrativo, che spero possa arricchire la panoramica sui Citation Management Systems in Italia. (Su Mendeley tra l’altro ci sono succose novità che spero di potervi raccontare al più presto).

Visto che non c’è molto da aggiungere a questo annuncio, approfitto per condurvi un po’ nel backstage, e raccontare alcuni dettagli sull’iter della pubblicazione, che i meno esperti (com’ero io fino a due mesi fa) possono essere interessati a conoscere.

L’iter è stato piuttosto semplice: ho inviato tramite email il mio articolo alla redazione, seguendo le linee guida indicate sul loro sito, e nel giro di pochi giorni ho ricevuto un riscontro positivo. Ho quindi provveduto a fornire il testo dell’abstract in inglese. Nonostante di norma il giornale non preveda la correzione di bozze da parte degli autori, prima della pubblicazione mi è stata inviata la bozza impaginata, che comunque non ha richiesto interventi di rilievo. L’intero iter è durato circa due mesi e mezzo.

Come è anticipato nelle linee guida per la pubblicazione, i diritti d’autore vengono concessi all’editore. Hic sunt leones. Immagino la domanda di molti: perché hai accettato questa prassi che da tanti anni tentiamo di scoraggiare? Perché hai proposto l’articolo a Biblioteche Oggi e non a qualche altro giornale che garantisse un trattamento diverso, magari un po’ più moderno?

Ci sono molti aspetti a riguardo, molti dei quali troverebbero una risposta più esauriente ed onesta in una conversazione privata; si potrebbero dire molte cose sulla qualità del giornale, sulla sua importanza, su chi ci scrive; si potrebbe parlare a lungo della letteratura specialistica italiana (avevo pronto un post già da tempo, ma ho preferito tenerlo nel cassetto).

Qui posso limitarmi a dire che ho ritenuto che il mio articolo, per via del soggetto e soprattutto del taglio con cui è affrontato, fosse adatto a quel giornale più che ad altri. Quindi posso dire di avere fatto una scelta consapevole, nonostante alcuni aspetti siano opinabili. Il primo dispiacere è quello di non potervi offrire il testo dell’articolo qui sul sito, prima di discuterne con la redazione. Vedremo gli sviluppi.

Intanto mi godo lo stordimento della prima volta.

AGGIORNAMENTO 16/03/2011: Ho il piacere di informarvi che l’articolo è disponibile pubblicamente su E-Lis, a questo url: http://hdl.handle.net/10760/15428.

Pubblicazioni: Mendeley su “Biblioteche Oggi”

Ritorno a Zotero? Forse, o forse no

Come parte integrante dei corsi di “scrittura accademica” per gli studenti, l’Oslo University College offre un corso per l’uso di Zotero come strumento di gestione delle citazioni bibliografiche. Ovviamente la bontà dell’iniziativa si commenta da sola: l’importanza di saper citare – e saper usare gli strumenti per farlo – deve essere nota all’inizio della propria carriera accademica, non a metà (o mai).

Zotero è il software citazionale che l’OUC predilige: pur disponendo di un certo numero di licenze di EndNote, valutazioni tecniche e gestionali (in primis la gratuità e il non essere legato a licenze) incoraggiano l’uso di Zotero.

Zotero, dunque. E così l’ho scritto tre volte. Rispolveriamo questo software, allora. Ne avevo già parlato, preferendo Mendeley per la sua possibilità di sincronizzare la libreria locale con un database online (e quindi allineare diverse installazioni del software) e per il fatto che Zotero, essendo dipendente dal browser (e da un solo browser) si rende colpevole della da me tanto odiata fusione fra contenuto e contenitore.

Il corso mi ha permesso di rinfrescare la mia valutazione originale; è stato inoltre interessante osservare le reazioni dei miei compagni. Mi ha incuriosito ad esempio vedere che pochissimi conoscevano già Zotero (4 o 5 su 20) e solo una persona oltre a me conosceva e aveva usato Mendeley, e non era l’insegnante.

Dalle mie prime impressioni è passato un po’ di tempo, e Zotero 2 è finalmente uscito dalla beta (siamo alla 2.0.8). Vediamo quanti miglioramenti possono farmi cambiare idea e ricominciare ad usarlo.

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Ritorno a Zotero? Forse, o forse no

Mendeley – software di gestione delle citazioni

Ho giocato un po’ con Mendeley per scendere alla scoperta di questo interessantissimo programma di Gestione delle Citazioni Bibliografiche. Il software, signore e signori, è gratuito, disponibile in versione beta per diverse piattaforme (Linux, Windows e Mac). Prima di buttarmi in un’analisi più approfondita (dal punto di vista tecnico e delle prestazioni), mi lascio andare a qualche osservazione a caldo.

Mendeley esiste nella doppia dimensione web e client. Disponibile come applicazione desktop, è collegabile a un proprio account sul sito www.mendeley.com che consente di creare una libreria di citazioni online e sincronizzarla con quella in locale. Questo comportamento è analogo a quanto intende proporre Zotero nella versione 2.0 (attualmente ancora in beta).

Uno script consente di creare un preferito nel proprio browser per catturare automaticamente le citazioni da diverse piattaforme web e importarle nella libreria online, analogamente a quanto fa, ad es., Connotea.

Finora Mendeley mi sembra un software eccellente. Grafica elegante e funzionale, interfaccia semplice e amichevole, funzionalità ottime. Quello che apprezzo maggiormente è la possibilità di allineare con facilità la libreria locale con quella on-line, e al tempo stesso condividere alcune collezioni con altri utenti, creando così delle bibliografie condivise on-line.

Mendeley è in giro dal 2008. Al momento mi sembra perfettamente in grado di sostenere il confronto con i più “famosi” EndNote o Zotero stesso. Di quest’ultimo non mi piace l’integrazione direttamente nel browser (anzi in un browser particolare), di EndNote non mi piace pressoché nulla, a cominciare dal fatto che non è libero, è costoso, non è multipiattaforma, la versione web è schifosamente lenta, insomma tutte quelle cose che non piacciono a noi che scriviamo su questo blog.

Restano da vedere una serie di punti che lascio a un’analisi più approfondita:

  • stili di formattazione: quanti ne gestisce? dispone di un numero sufficiente?
  • piattaforme riconosciute per la cattura automatica della citazione: le principali piattaforme sono gestite? E’ possibile catturare la citazione dai siti più importanti?
  • formati di import/export: quali gestisce? con quale affidabilità?
  • capacità: quanti record è in grado di gestire una libreria?

Per concludere, segnalo come di Mendeley si parla ancora poco o nulla negli articoli di riferimento (nulla, in Italia, nell’analisi di Dell’Orso). Che venga ignorato Aigaion può essere comprensibile, ma questo mi sembra un sw di un’altra caratura, almeno stando alle diverse (e prestigiose) istituzioni in cui è utilizzato.

Mendeley – software di gestione delle citazioni

100 mani in aiuto

Il mio amico Kewan mi segnala Aigaion, un software web-based per la gestione di bibliografie.

Prima di iniziare l’opera di convincimento del mio collega Alec – convincerlo a sbattere la testa per installarlo sul nostro server e fare un po’ di prove 🙂 – abbiamo un po’ discusso qui in ufficio dell’applicabilità della cosa.

Un sistema di gestione citazionale sul web, se installato sul server dell’Ateneo, consentirebbe a tutti gli utenti dell’Ateneo di gestire e condividere bibliografie indipendentemente dai software installati in locale, penso a Zotero (che è addirittura legato a un singolo browser) o a EndNote (con il suo simpatico rapporto costo-efficienza) (Tra l’altro, sulla disputa legale intentata da Thomson contro Zotero ci sono stati degli sviluppi divertenti, che purtroppo non ho il tempo per riportare. Mi limito a indicare questi link: uno, due e tre)

Qualcuno mi dirà: “ma EndNote esiste anche su piattaforma web”, e io fingerò di non aver sentito, dal momento che le prestazioni di EndNoteWeb si sono rivelate nelle nostre sperimentazioni molto deludenti. Se mai il confronto sarebbe con RefWorks: ma qui non vogliamo fare una gara né una comparazione tecnico-funzionale (altri più autorevoli di me lo hanno già fatto). Vogliamo cogliere l’occasione per buttare sul tavolo un paio di riflessioni.

Installando Aigaion su server d’Ateneo, e magari collegandolo alle anagrfiche degli utenti tramite Shibboleth per consentire una autenticazione federata, ecco che l’Ateneo potrà disporre – gratuitamente – di un Gestore di Bibliografie Istituzionale, utile anche per condividere le bibliografie. Potrebbe anche essere sfruttato come vetrina bibliografica, ovvero per pubblicare online, visibili a tutti, bibliografie di riferimento su determinati argomenti – penso a programmi di esame, o percorsi di ricerca.

Naturalmente prima di realizzare queste fantasie occorrerà testare bene le funzionalità. Per esempio, la funzione “cite-while-you-write” è ancora di là da venire, mentre gli autori dichiarano di non intendere inserire un motore di formattazione che adegui le citazioni allo stile della rivista per cui si scrive. La cosa che più mi duole è non trovare traccia nella documentazione di un collegamento con un Open-URL Resolver, in grado di sfruttare la potenza del legame diretto fra riferimento e documento a cui da qualche anno ci stiamo abituando grazie a SFX.

Altra nota dolente è che benché il software esista dal 2006, il sito ufficiale conta appena tre installazioni…

100 mani in aiuto